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Now, Now Every Children – Neighbors

image by Carles Hidalgo
Oggi è giornata di quelle che era meglio farsi una ricca

dormita.

Sonno e noia atroci.

Però stamattina ho trovato tra le mail del materiale dei Now, Now Every Children (di cui avevo postato una canzone tempo fa) in uscita per No Sleep Records l’8 Dicembre con l’EP cui il pezzo che troverete a fine post da il titolo.

Che altro dire: è carino, come probabilmente sarà tutto l’EP. Dategli una chance.

Now, Now Every Children – Neighbors [mp3]
(www | myspace)

(image via xalse)

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Ore 9. In ufficio.

image by modenaroid
Crescere. Evolversi.

Ho latitato parecchio dalle pagine del blog, preso com’ero dai preparativi per l’apertura del nuovo ufficio. Ora qua dentro siamo finalmente operativi.
Prossimamente vi farò vedere qualcosa della nostra nuova sede, luogo dove io e i miei altri 3 soci riusciremo a migliorare il nostro lavoro sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo.
Ne sono assolutamente convinto.

Dicevo, al più presto vi farò vedere il mio nuovo ufficio.
Magari non qui ma sul sito della nostra attività quindi, amici miei, stay tuned.

The Rakes – Work, Work, Work (Pub, Club, Sleep)
(www | myspace – via batteryinyourleg)

(image via modenaroid)

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Vacanze

image by Sandy Nicholson
Dopo mesi di massima pressione lavorativa io e Giulia domani andiamo finalmente una settimana in vacanza in quel di Vieste, lontano da stress, lavoro e computer.

Pensavo di uscirne tutto intero anche stavolta, almeno sulle mie gambe ecco, e invece questa prima parte di 2010 mi ha fatto a pezzi.
Questi sette giorni di riposo arrivano nel momento giusto.

Ci si rivede. Fate i bravi.

Islands – Jogging Gorgeous Summer [mp3]
(www | myspace)

(image via 2c.com)

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Searching for enlightenment

image by Harry Bloom
Sono entrato in periodo temporale nel quale tutto attorno a me sta cambiando.
L’assetto di tutto quello che mi circonda si sta evolvendo, prende forme diverse.

Anche quello spicchio di mondo che mi sto conquistando giorno dopo giorno, con tanta fatica e con tutta la tenacia che posso.

Nel mio essermi creato dei punti fermi e imprescindibili, sto vivendo una corsa che mi porterà verso novità importanti, spero esaltanti.
Mi godo la serenità di avere una persona accanto con cui vivere questo momento.

E continuo la ricerca dell’illuminazione.

Local Natives – Wide Eyes [mp3]
(www | myspace)

Local Natives – World News [mp3]
(il disco è bello, ne posto un’altra – via iguessimfloating)

(image via harrybloom)

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Conseguenze

image by bryenh
Grazie a Giorgio qua è praticamente fotta per i Memoryhouse.
Perciò ora voi vi cattate il remixiello.

Memoryhouse – To The Light House (MillionYoung Remix) [mp3]
(www | myspace | remixer – via etmusiquepourtous)

(image via bryenh)

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We Hate Mondays

we hate mondays

Lunedì generalmente fanno sempre schifo al cazzo.
Anche questo.
C’è da dire che non sono l’unico a pensarla così.

Noi odiamo il Lunedì.

Perciò si è aperto un Tumblr musicale nel tentativo di rendere gli inizi settimana meno amari.
Lo trovate qui.

The Drums – Book Of Stories [mp3]
(www | myspace)

(image via kitschcafe)

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Cronache catalane: amore e musica a Barcellona

Non mi lancerò in un sterile racconto della tre giorni del Primavera Sound.

Un po’ perché son certo che amicizie prestigiose se ne occuperanno con dovizia di particolari e precisione nel racconto di quanto successo sopra i palchi, ma soprattutto perché in questa trasferta catalana il Primavera è stato solo una parte di un’esperienza che è destinata a diventare dolce ricordo che mi porterò dietro.

Per come è nata, per come s’è svolta. Per la persona con cui l’ho vissuta.

Nel percorso d’avvicinamento ai trent’anni mi ritrovo nella condizione di avere l’esigenza forte, fortissima di infoltire la mia personale galleria di ricordi. Non rinnego certo il passato però mi rendo conto giorno dopo giorno quanto questo sia piatto rispetto al presente, motivo per cui sento l’esigenza quasi viscerale di riempire, una dopo l’altra, pagine e pagine del mio album di esperienze e di vita.

Insomma come iniziare a vivere a 27 anni e prenderci gusto.

È singolare la progressione con cui ho iniziato a realizzare tutta una serie di desideri che ho covato dentro per anni senza avere la possibilità di concretizzarli.
Una escalation iniziata un paio d’anni fa ascoltando i Gossip e i Battles, poi con il Sorpasso e la conoscenza di una serie di persone che in un modo o nell’altro sono state presenti in momenti che di lì in poi si sarebbero rivelati per me davvero importanti.
Poco più di un anno fa conoscevo Giulia. L’estate scorsa sentivo i Blur in quel di Hyde Park. Ho ascoltato i Wilco in quel di Firenze. Per dire.

Un ultimo anno di stravolgimenti, un anno in cui ho prodotto, ho sognato, ho vissuto una vita piena di emozioni, veloce, furiosa, a tratti disperata, a tratti semplicemente meravigliosa.
E la settimana scorsa partivo per Barcellona in vista del Primavera Sound.

Come qualcuno di voi sa, la trasferta catalana è diretta conseguenza del regalo di compleanno che Giulia mi diede il Dicembre scorso. Per due anni ho sognato di esserci. E finalmente il sogno s’è avverato anche se, come vi dicevo prima, il Primavera s’è rivelato essere solo una parte di qualcosa più importante, grande e piacevole.

Perché prima di quello, anzi in concomitanza, mi sono goduto Giulia e Barcellona dopo giorni di massacro lavorativo, mentale e fisico totale. Ero arrivato alla frutta. Davvero.

Ora che sono a casa dietro lo schermo del mio computer a lavorare ai vecchi fottutissimi ritmi e a scrivere nei ritagli di tempo, non faccio altro che pensare alla luce sopra Barcellona, alle strade, alla gente. A quel continuo vento che spirava costante. Presente ma leggero. A tratti confortante, a tratti congelante.
Alle passaggiate lungo il porto, le mangiate di pesce, i localetti scovati per caso.
Ad un’esibizione dub improvvisata tra le barche ormeggiate e la strada.
Il sole che tramonta verso le dieci. L’amore. Sì, tanto amore.

Piccoli grandi momenti di felicità di cui avevo assoluto bisogno.

E poi i concerti, l’organizzazione titanica che c’è dietro un festival così grande, le file ordinate della gente per i voucher per i drink, la presenza di mille colori, mille tipologie di personaggi in quel del Parc del Fòrum. Il tempo che variava di giorno in giorno e quel senso di serenità che invece non ti abbandonava mai.

Tre giorni di concerti.
Tre giorni che son sembrati molti di più e allo stesso tempo tre giorni che son sembrati essere uno solo. Tre giorni di gioia, di un calore interno e profondo che compensava tutto: gli sbalzi termici, la stanchezza. Tre giorni che mi sembrano ora troppo pochi. Un po’ come quando si pensa alla spensieratezza delle vacanze e, arrivati al termine di queste, si ripensa al rientro in città, alla scrivania, al lavoro.

Una overdose di luci, suoni e amore appunto. I Wave Pictures, gli XX, i Broken Social Scene. I Delorean e i Pavementche ci siam persi. Tanta roba da lasciare storditi.

Per non parlare dei gruppi sentiti il secondo e il terzo giorno: Spoon, Wilco.
Roba da andare sotto il palco in qualche modo (c’era tanta tantissima gente) e piangere ringraziando una qualche divinità del momento.
I Pixies. Cristo santo, ora posso dire che nella mia vita ho sentito dal vivo i Pixies.

I tanto chiaccherati The Drums. Poi i Grizzly Bear e i Built to Spill: i primi che per quanto mi riguarda si son prodotti nella performance più emozionante; i secondi, che ormai son come quei cugini più grandi per cui stravedi da sempre e che ti fa tanto piacere rivedere quando (raramente) se ne presenta occasione, hanno chiuso idealmente la parte “grossa” della mia personale lista dei “must”.

Conoscere gruppi nuovi, di cui hai sentito parlare o di cui hai avuto modo di sentire solo qualcosina. Penso ai Real Estate, a quei cazzo di Nana Grizol di cui mi piaceva tanto la magliettina nera.
Ce n’era per tutti i gusti.
Anche differenti momenti di storia della musica, con un personaggio del calibro di Lee Perry a far ballare le persone dal palco: intendiamoci, reggae e ska non mi sono mai piaciute particolarmente ma vuoi mettere anche in questo caso l’aver assistito con i tuoi occhi e aver ascoltato con le tue dannate orecchie quello che è una leggenda della musica mondiale?

Una delle tante incrociate quei giorni.

Una delle tante che ti permettono di vantarti dicendo il fatidico “io c’ero”.
Ogni momento, ogni canzone, anche le pause hanno contribuito a rendere speciale questa esperienza. Così importante, così forte.

Arrivare all’ultimo giorno, all’ultima esibizione.
Muoversi verso i cancelli, guardarsi attorno e sospirare.
Abbracciarsi, stringersi forte.

Avere la consapevolezza di aver vissuto un’esperienza grandiosa, di quelle che a vederle da fuori ti fan sentire piccino e intimorito da quanto sono imponenti e distanti, ma che una volta vissute e portate termine ti fanno sentire più grande, più maturo.
Come dire, più “compiuto”. Roba da ultimo giorno di scuola con la classe nella quale sei diventato quello che eri destinato ad essere.

Di questa esperienza vi potrei raccontare di altri mille piccoli e grandi aneddoti, dei calamari fritti più buoni del pianeta, delle bombe di patate, di come ci hanno chiuso dentro la nostra stanza d’albergo. Di quanto Giuditta e Caizzy ci abbiano fatto ridere. Delle “scale lynchiane”. Di come ci stupivamo della capacità di una nostra amica di riuscirci a trovare nel mezzo della bolgia più assoluta. Una serie di momenti di cui ora mi trovo a sentire una grossa mancanza.
Il classico “mancarone”.

E invece senza cadere nella classica depressione da rientro dalle vacanze, decido di chiuderla qua, arricchito da un’esperienza che, senza alcuna retorica, ha riportato in noi una felicità che le avversità recenti avevano messo duramente alla prova.

Musica, felicità e amore. Sì, mi ripeto. Tanto, tantissimo amore.

Delorean – Stay Close [mp3]

Real Estate – Fake Blues [mp3]

Nana Grizol – Galaxies [mp3]

Grizzly Bear – About Face [mp3]

Built To Spill – Hindsight [mp3]

(image via bryenh – check out the whole set)

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Primavera Sound 10
Lunedì 31 Maggio. Mezzanotte passata da un pezzo.

Sono talmente tanto stanco da non riuscire a prendere sonno.
Qualche ora fa io e Giulia siamo rientrati da Barcellona.
Il Primavera Sound è stato un’esperienza magnifica.

Nei prossimi giorni cercherò di mettere insieme quel che mi porto dentro della valanga di suoni, sudore, freddo, sole, birra, emozioni e amore provati in questi giorni così da potervi raccontare quello che è stato il nostro Primavera.

A Sunny Day in Glasgow – Passionate Introverts (Dinosaurs) [mp3]
(www | myspace)

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Climi monsonici


Ma è possibile che piova così tanto? Assurdo, veramente assurdo. Fortuna che ieri non ho lavato la vespa.

Mumford & Sons – Little Lion Man [mp3]
(www | myspace – via melophobe)

(image via melvdesigns)

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Un mese tiratissimo


Questo Maggio sarà un mese infernale.

Ho diversi lavori da portare avanti in parallelo, un regime alimentare austero da seguire con rigore e tanto fastidio nei confronti del pianeta intero da trasformare progressivamente in energia positiva. Il tutto prima di arrivare alla partenza per Barcellona.

I soliti grandi propositi insomma.

Di aprire il feed reader in questi giorni non se ne parla, al solito non per mancanza di voglia quanto di tempo. Per carità, non mi lamento neanche troppo, è che le giornate si son fatte generalmente belle e di stare tanto tempo dietro lo schermo non c’è tutta ‘sta voglia.
Meglio godersi un po’ di sole e libertà.

È che appunto l’estate è ormai alle porte e io ho una fottuta voglia di entrare nello stato mentale ad essa più consono. Perché, ribadisco, l’estate rimane per me soprattutto una questione di stato mentale e io voglio godermela a pieno.

Jónsi – Time To Pretend (MGMT Cover) [mp3]
(www | myspace – via weallwantsomeone)

Grand Hallway – 950 Raindrops [mp3]
(www | myspace – via hearya)

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On a Saturday

On a Saturday

Venerdì sera.
Guardare dopo tanto tempo l’ultimissima puntata di The OC e commuoversi un po’.
Ed è già Sabato.

Patrick Park – Life is a Song [mp3]

Jacob Golden – On a Saturday [mp3]

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Have a joyful weekend fellas

You&Me
Insomma siamo arrivati al weekend pasquale. Finalmente, aggiungerei.
Guardiamo avanti al sole che ci aspetta, col sorriso sulle labbra e con la voglia di goderci il calore delle persone che ci sono accanto oltre che quello della bella stagione che è ormai alle porte.

Passate un buon weekend.

Feldberg – Dreamin’ [mp3]
(myspace)

Gipsy And The Cat – Time


To Wander (Joan Of Arc Remix)
[mp3]
(myspace | remixer)

(image via bryenh)

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Buona musica per iniziare una settimana pessima

Buona musica per iniziare una settimana pessima
Inizia un’altra settimana che realisticamente si dimostrerà stancante e snervante.
Non è pessimismo il mio ma semplice e puro realismo.

Questo non toglie il fatto che da queste parti si abbia sempre e comunque voglia di ascoltare cose interessanti, perciò oggi vi auguro un buon inizio settimana con dei pezzi dalle cadenze danzerecce.

Tracce selezionate al solito a cazzo sì, ma allo stesso tempo con la voglia dichiarata di mostrarvi che non sono caduto né nel trappolone Baustelle, né nella Gaga fever.

Yeasayer – ONE [mp3]
(www | myspace)

Kavinsky – Pacific Coast Highway [mp3]
(www | myspace – via 1songday)

Grum – I Can’t Shake This Feeling [mp3]
(www | myspace – via winniecooper)

(image via liekeroomijs)

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The greatness of an evolution: My Awesome Mixtape

My Awesome Mixtape

Scrivere un post sulla crescita di una band è per me roba nuova, territorio inesplorato e probabilmente pericoloso.
Per una volta però proverò a spogliarmi dei panni del pusillanime e proverò a buttare giù le mie considerazioni, senza la paura di dire stronzate.

Sabato scorso io e Giulia siamo andati alla serata finale del RomaPopFest organizzato da Nur, Simona, Emanuela e dal resto dello staff di FrigoPop.
Location dell’evento è stato il Mads, locale ormai riferimento per me a San Lorenzo, dove ormai tante volte ho sentito gruppi suonare.

Tutto è stato organizzato in modo meraviglioso, le tempistiche con cui si sono alternate le band sul palco ristretto del locale, gli intermezzi musicali seguiti da Massimiliano. Se non fosse bastato poi la presenza di un Caizzy (Marco Caizzi, dei Cat Claws, genio e sregolatezza fatta persona) in splendida forma e la figura di un Colasanti che lo si vedeva aggirarsi in continuazione hanno rappresentato ottimi spunti umoristici che ulteriormente hanno contribuito alla riuscita della serata. D’altro canto Emiliano stava lavorando, visto che c’erano ad esibirsi gruppi della 42 Records, normale che dovesse girare in continuazione. Erano giorni che lo faceva, dovendo portare i My Awesome Mixtape in giro per radio e redazioni varie.

Ed è proprio dei My Awesome Mixtape che volevo scrivere, perché nonostante le ottime esibizioni dei A Classic Education, dei Jacqueries e dei Diverting Duo, sono loro che hanno catturato maggiormente la mia attenzione.

I MAM (d’ora in avanti li chiameremo così) li conosco ormai da qualche anno, si può dire dagli esordi o quasi.
Ricordo che sentii le prime cose trovandole tra le pagine di Inkiostro, rimanendo colpito dai loro suoni, dalla loro ancora acerba ricerca di spazi elettronici, da un tipo di musica che fin a quel momento non avevo ancora sentito in Italia.
Erano veramente dei ragazzini all’epoca, enfant prodige di quella scena bolognese che per me rappresentava un’isola felice, avamposto ideale di generi musicali e stili di vita che appartenevano a società di latitudine superiore.

I tempi di The Painter and The Anthropologist e Diderot nei quali, pur trovando qualche pecca rispetto al mio gusto personale, non potevo far altro di pensare ascoltandoli che c’era nel loro fare musica qualcosa di veramente grosso.

A distanza di un paio d’anni (nel 2009) i MAM poi sono usciti con How Could A Village Turn Into A Town, disco pubblicato per 42 per cui avevano firmato poco tempo prima.

Una folgorazione. Un lampo.
Rimasi scioccato da quanto erano cresciuti, da quanto si erano smaliziati nella stesura dei testi e nello sviluppo degli arrangiamenti.
Come dissi ad Emiliano stesso in una delle nostre chiaccherate estive in quel del Pigneto, la crescita dei MAM era paragonabile a quella caratteriale di un ragazzo dopo la scoperta e la presa di confidenza col mondo femminile in età adolescenziale. Gli dissi qualcosa tipo:

Prima erano molto fichi ma sembrava fossero un po’ candidi, quasi dei verginelli. Ora non solo hanno scoperto la figa, sono diventati dei musicisti con due coglioni così

Parole forti le mie ma spesso ho visto gente che crescendo ha disatteso aspettative di quelli che riconoscevano in loro un passato da bambini prodigio.
I MAM non erano più dei ragazzi promettenti, erano diventati una band con i contro-cazzi, una di quelle che avrebbe fatto parlare di sé molto più di prima.

E in effetti, vuoi per la crescita naturale che hanno avuto, vuoi per tutta l’esperienza accumulata nei vari tour anche in giro per l’Europa, nel live di Sabato hanno dimostrato tutta la loro evoluzione, tutta la potenza dei suoni che sanno produrre. Questo nonstante le limitazioni logistiche e sonore di uno spazio esiguo come quello Mads.
Grandiosi nello spazzare via il pubblico col loro suono potente, fantastici nel far gruppo con la gente, nel coinvolgerli, nell’animarli.
Archi, synth, tastiere. La voce e la presenza scenica di Maolo. La gran batteria del Mancio (ricordo l’urlo di Caizzy: “Mancio coatto!”).
Gran piacere sonoro speziato a tratti da irruenza quasi tamarra.
Niente a che vedere con l’esibizione al Circolo cui assistetti tempo fa quando aprirono per gli Shout Out Louds.
Tutta un’altra pasta. Tutta un’altra energia e qualità.
Me lo disse Emiliano che erano cresciuti tanto soprattutto nella dimensione live ma vederli dal vivo mi ha dato la reale percezione di quanto si siano evoluti.

Eccezionali, non ho altro da aggiungere se non invitarvi a dare un’occhiata al loro sito, ad andarli a sentire e ad ascoltare quel che di loro oggi vi propongo.

See ya regaz.

My


Awesome Mixtape – Hearts To Land
[mp3]

My Awesome Mixtape – Me & The Washing Machine [mp3]

My Awesome Mixtape – My Moon [mp3]

(le altre foto scattate da Giulia sabato le trovate qui)

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To bring her smile back

a testa in giu

Giulia is an amazing photographer.
She’s a talented person who brings poetry on her shoots with the ability to see people’s feelings and beauty even in things, locations and landscapes.

Sometimes looking at her pictures I have the feeling that no one but the subject exists. She really puts you on the subject telling you the story of a particular moment, making you feel like a child who sees the greatness and magic of the world around him.


(if you can’t see the gallery, click here)

Her camera represents the freedom of being herself, the chance to pursuit her dreams, the way she shows us the world seen by her persective, her vision of life and the beauty of it.
Her camera represents her future, giving her joy and gifting us with her marvelous art and her shining smile.

Saturday morning she found her reflex camera broken with the lcd display cracked. She was really messed up. Now she needs to repair her camera or buy a new one.
And I need to see her smile soon again.

If you want to support her leaving a donation just follow this link and fill up the paypal form on the right side of the page. It will be so much appreciated. And sorry for my english, this is definitely the first and last post written in english you’ll ever read in this blog. Take care.
Tunng – Hustle [mp3]
(www | myspace)

Roky Erickson & Okkervil River – Goodbye Sweet Dreams [mp3]
(www | myspace – via stereogram)

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Things that happen when you don’t fall asleep

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In una di quelle serate che definire strane è riduttivo per tanti motivi che non vi starò a spiegare, ho per l’ennesima volta riscoperto Blip.fm.
E giocando, nell’attesa che il sonno mi convincesse a spegnere tutto e andare a letto, ho riascoltato due pezzi. Un remix di Judy delle Pipettes (targato Blue States) cui sono legatissimo e un brano (parlare di “brano” fa tanto formula sanremese, che di questi giorni ci sta particolarmente) dei The School.

The Pipettes – Judy (Blue States Remix) [mp3]

The School – I Want You Back [mp3]

(image via KirillG)

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It’s ok with me

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(image via isn’t she lovely)

Dedicato il giusto spazio alle celebrazioni, torniamo alla solita nostra ritrovata e -spero- piacevole finestra musicale.
Stasera viaggiamo lenti.
C’è grossa stanchezza, fuori piove ininterrottamente da ore.
Ma mi sta bene. Sto bene.
Anche se sono ben conscio che finirò per correre da lei stanotte, alla ricerca del conforto che solo il suo abbraccio riesce a darmi.

Manchester Orchestra – It’s Ok With Me [mp3]
(www | myspace – via bedwettingcosmonaut)

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A piccoli ma inesorabili passi

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(image via by raychel sonveeco.)

Partire dalle certezze e conseguire il miglioramento.
Trovare continuamente soluzioni per rendere semplice ciò che è sulla carta complesso.
Confrontarsi sistematicamente con l’ignoranza e la spocchia della gente e riuscire a tenere botta col sorriso, senza perdere la calma, senza perdere i propri punti di riferimento.

Sono stati giorni faticosi, ne arriveranno anche di peggiori.
Però da queste parti regna l’ottimismo supportato da una grossa voglia di fare.

Insomma, si procede. Bene così.
A Weather – Giant Stairs [mp3]
(www | myspace – via takethesongandrun)

Stars – Hearts [mp3]
(www | myspace – via blisslist)

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Un magro tentativo di post modaiolo per il fine settimana

lastnighsparty_image
(image via lastnightsparty)

Weekend alle porte.
Voglia di staccare. Di dormire.
Eppure siam pronti a tutto, vista l’imprevedibilità delle cose.
La verità è che siamo già proiettati verso i party carnevaleschi della settimana prossima.
The Selfish Replicators – Strands [MP3]
(myspace – via plastinki)

Miike Snow – Billie Holiday [mp3]
(www | myspace – via dailybeatz)

Wakey!Wakey! – Twenty Two [mp3]
(www | myspace – via tympanogram)

Lo-Fi-FNK – Marchin’ In [mp3]
(www | myspace – via brugo)

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There’s no cure for stupidity

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(image via samanthaconlon)

E’ cosa che mi ripeto tutti i giorni.
Un tempo mi ci impuntavo.
Cercavo in tutti i modi di combatterla a forza.
Ora non più, ho capito che è tempo perso.

Gli El Pino & the Volunteers sono una band di Rotterdam.
Si collocano nel panorama indie pop di stampo ammeregano.
Nel 2006 la band pubblica l’album di debutto “Molten City” mentre nel 2009 gli El Pino & the Volunteers escono con “The Long-lost Art of Becoming Invisible” – sempre per Excelsior Recordings – da cui è tratta la traccia che vi posto oggi.
El Pino & the Volunteers – There’s No Cure For Stupidity [mp3]
(myspace – via the band’s diary)