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The greatness of an evolution: My Awesome Mixtape

My Awesome Mixtape

Scrivere un post sulla crescita di una band è per me roba nuova, territorio inesplorato e probabilmente pericoloso.
Per una volta però proverò a spogliarmi dei panni del pusillanime e proverò a buttare giù le mie considerazioni, senza la paura di dire stronzate.

Sabato scorso io e Giulia siamo andati alla serata finale del RomaPopFest organizzato da Nur, Simona, Emanuela e dal resto dello staff di FrigoPop.
Location dell’evento è stato il Mads, locale ormai riferimento per me a San Lorenzo, dove ormai tante volte ho sentito gruppi suonare.

Tutto è stato organizzato in modo meraviglioso, le tempistiche con cui si sono alternate le band sul palco ristretto del locale, gli intermezzi musicali seguiti da Massimiliano. Se non fosse bastato poi la presenza di un Caizzy (Marco Caizzi, dei Cat Claws, genio e sregolatezza fatta persona) in splendida forma e la figura di un Colasanti che lo si vedeva aggirarsi in continuazione hanno rappresentato ottimi spunti umoristici che ulteriormente hanno contribuito alla riuscita della serata. D’altro canto Emiliano stava lavorando, visto che c’erano ad esibirsi gruppi della 42 Records, normale che dovesse girare in continuazione. Erano giorni che lo faceva, dovendo portare i My Awesome Mixtape in giro per radio e redazioni varie.

Ed è proprio dei My Awesome Mixtape che volevo scrivere, perché nonostante le ottime esibizioni dei A Classic Education, dei Jacqueries e dei Diverting Duo, sono loro che hanno catturato maggiormente la mia attenzione.

I MAM (d’ora in avanti li chiameremo così) li conosco ormai da qualche anno, si può dire dagli esordi o quasi.
Ricordo che sentii le prime cose trovandole tra le pagine di Inkiostro, rimanendo colpito dai loro suoni, dalla loro ancora acerba ricerca di spazi elettronici, da un tipo di musica che fin a quel momento non avevo ancora sentito in Italia.
Erano veramente dei ragazzini all’epoca, enfant prodige di quella scena bolognese che per me rappresentava un’isola felice, avamposto ideale di generi musicali e stili di vita che appartenevano a società di latitudine superiore.

I tempi di The Painter and The Anthropologist e Diderot nei quali, pur trovando qualche pecca rispetto al mio gusto personale, non potevo far altro di pensare ascoltandoli che c’era nel loro fare musica qualcosa di veramente grosso.

A distanza di un paio d’anni (nel 2009) i MAM poi sono usciti con How Could A Village Turn Into A Town, disco pubblicato per 42 per cui avevano firmato poco tempo prima.

Una folgorazione. Un lampo.
Rimasi scioccato da quanto erano cresciuti, da quanto si erano smaliziati nella stesura dei testi e nello sviluppo degli arrangiamenti.
Come dissi ad Emiliano stesso in una delle nostre chiaccherate estive in quel del Pigneto, la crescita dei MAM era paragonabile a quella caratteriale di un ragazzo dopo la scoperta e la presa di confidenza col mondo femminile in età adolescenziale. Gli dissi qualcosa tipo:

Prima erano molto fichi ma sembrava fossero un po’ candidi, quasi dei verginelli. Ora non solo hanno scoperto la figa, sono diventati dei musicisti con due coglioni così

Parole forti le mie ma spesso ho visto gente che crescendo ha disatteso aspettative di quelli che riconoscevano in loro un passato da bambini prodigio.
I MAM non erano più dei ragazzi promettenti, erano diventati una band con i contro-cazzi, una di quelle che avrebbe fatto parlare di sé molto più di prima.

E in effetti, vuoi per la crescita naturale che hanno avuto, vuoi per tutta l’esperienza accumulata nei vari tour anche in giro per l’Europa, nel live di Sabato hanno dimostrato tutta la loro evoluzione, tutta la potenza dei suoni che sanno produrre. Questo nonstante le limitazioni logistiche e sonore di uno spazio esiguo come quello Mads.
Grandiosi nello spazzare via il pubblico col loro suono potente, fantastici nel far gruppo con la gente, nel coinvolgerli, nell’animarli.
Archi, synth, tastiere. La voce e la presenza scenica di Maolo. La gran batteria del Mancio (ricordo l’urlo di Caizzy: “Mancio coatto!”).
Gran piacere sonoro speziato a tratti da irruenza quasi tamarra.
Niente a che vedere con l’esibizione al Circolo cui assistetti tempo fa quando aprirono per gli Shout Out Louds.
Tutta un’altra pasta. Tutta un’altra energia e qualità.
Me lo disse Emiliano che erano cresciuti tanto soprattutto nella dimensione live ma vederli dal vivo mi ha dato la reale percezione di quanto si siano evoluti.

Eccezionali, non ho altro da aggiungere se non invitarvi a dare un’occhiata al loro sito, ad andarli a sentire e ad ascoltare quel che di loro oggi vi propongo.

See ya regaz.

My


Awesome Mixtape – Hearts To Land
[mp3]

My Awesome Mixtape – Me & The Washing Machine [mp3]

My Awesome Mixtape – My Moon [mp3]

(le altre foto scattate da Giulia sabato le trovate qui)

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Me & The Washing Machine

image
(image via michi66f)

Ieri avevo una riunione tecnica a Tana delle Tigri.

Non ho sentito la sveglia. Ho fatto tutto di corsa.
Non ho trovato vestiti lavati e/o stirati.
Sono uscito con addosso una maglietta dei Transformers. Ridicolo.
L’alternativa era di indossare l’ennesima maglietta rovinata grazie ai miei favolosi lavaggi.
Belle cose. E mi son presentato in ritardo in ufficio. E mi hanno visto tutti.

Belle cose, ribadisco.

Eppure nonostante ciò è andato tutto bene. Sta andando tutto bene.
Questo è stato un Maggio favoloso.

Lo dico, sfidando la sfiga che comunque mi riprenderà prima o poi: sono felice e non ho paura d’affermarlo anche se già avverto l’ombra della nuvolona fantozziana che s’avvicina.

Sensazioni. Ma in questo momento sto talmente bene che voglio fregarmene.
My Awesome Mixtape – Me & The Washing Machine (Congo Rock Remix) [mp3]
(qua trovate il link per scaricarvi l’Ep, nel caso voleste comprarlo invece guardate qui)

Au Revoir Simone – Shadows (The Teenagers Remix) [mp3]

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Shout Out Louds @ Circolo degli Artisti

Adam Olenius

Continua a piovere qua a Roma. Pioggia incessante. Eppure nonostante questa e i vari acciacchi (vedi “raffreddore cronico“) sono riuscito a gustarmi bel concerto. Il Circolo ogni tanto ci regala belle serate (ultimamente spesso, a dirla tutta). Ma cominciamo dal principio.

Arriviamo abbastanza presto convinti di trovare una folla paurosa all’ingresso. Invece entrare è stato tranquillissimo. Effettivamente c’è stata molta meno gente di quanto ci aspettassimo, soprattutto dopo aver letto delle precedenti serate che gli Shout Out Louds hanno fatto prima di oggi.
All’inizio hanno suonato gli Atari, piacevole scoperta questi due ragazzi di Napoli. Assolutamente da ballare, dispiace che abbiano trovato un pubblico ancora freddo. D’altrocanto è lo scotto da pagare se si suona per primi in una serata del genere. Altra cosa di cui mi rammarico è che non ho rotto le scatole a Derrik per fargli almeno una foto. Perdono!

My Awesome Mixtape

Subito dopo è stato il turno dei My Awesome Mixtape. Ne avevo sentito parlare tanto ma mai mi sarei aspettato un gruppo di ragazzini (si perchè son ragazzini) in grado di produrre un suono così potente. Mi hanno davvero impressionato. Difficilmente si sentono trombe, violini, chitarre e sintetizzatori creare un così piacevole casino. Dal vivo sono si sono rivelati inaspettatamente bravi e non posso che dare ragione a coloro che hanno alimentato l’hype attorno a loro. Fantastici.

Shout Out Louds

E poi il gran finale. Gli Shout Out Louds hanno messo in scaletta pezzi da entrambi gli album come Impossible, Normandie o The Comeback e Please Please Please dal disco precedente (a tal proposito sarebbe stato interessante arrivare ad impossessarsi della scaletta ufficiale…). Hanno mantenuto tutte le attese, dal vivo funzionano ottimamente arrivando ne più ne meno ai livelli dei dischi (e quindi delle incisioni in studio). E’ stato veramente bello sentirli dopo aver letteralmente consumato Howl Howl Gaff Gaff ed aver prima sottovalutato, poi imparato ad apprezzare Our Ill Wills. Mi auguro sinceramente di rivederli quest’estate.

Finita la musica, staccati i jack dagli amplificatori, io e Derrik ci siamo guardati attorno. Forse l’età media degli altri era un po’ bassina. O forse siamo noi un po’ cresciuti. Sta di fatto che – per fortuna – il pubblico non era composto solamente dalle solite “macchiette indie“. Anzi, era abbastanza eterogeneo. Il tempo di acquistare una copia di Our Ill Wills, poi ci siamo avviati verso casa. E’ stata una serata credo speciale, in primis perché è abbastanza raro che un gruppo musicale di una certa notorietà al secondo album venga a Roma, poi perché si è avuta la possibilità di ascoltare ben tre ottimi gruppi. A soli 12 euro (+ un allegro campari&gin). Il che non è cosa di poco conto 🙂

Shout Out Louds – Impossible (Rmx) [mp3]

Derrik and Fruskio
Grazie a Derrik per le foto e per la sempre piacevole compagnia. Altri due o tre scatti li trovate qui.

update
Derrik ha postato un video di ieri sera. Qui

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Appuntamenti musicali

Dietro invito del Derrik, mi segno qui i prossimi appuntamenti musicali cui cercherò di esser presente. Il calendario sembra ricchissimo di eventi interessanti. Vediamo cosa ci offrirà la Capitale:

  • 27/2 – Art Brut @ Circolo degli Artisti
  • 29/2 – The Cure @ Palalottomatica
  • 1/3 – Girls in Hawaii @ Circolo degli Artisti
  • 6/3 – Tunng + Los Campesinos! @ Circolo degli Artisti
  • 8/3 – Eels @ Auditorium Parco della Musica
  • 9/3 – PJ Harvey @ Auditorium Parco della Musica
  • 16/3 – Don Turbolento @ Circolo degli Artisti
  • 27/3 – Shout Out Louds + My Awesome Mixtape @ Circolo degli Artisti
  • 3/4 – Port-Royal – @ Circolo degli Artisti
  • 15/4 – Foals @ Init
  • 14/5 – Xiu Xiu @ Circolo degli Artisti
  • 28/5 – Feist @ Piper Club

Non male eh? E’ tanta roba, spero di riuscire a gustarmi tutto o quanto meno la maggior parte.
Ah, già che ci sono lascio anche un video che altrimenti il post sembra un po’ “spoglio”

The Futureheads – The Beginning Of The Twist

(via BrooklynVegan)