Piove da stamattina a Roma. Gran rottura di palle.
Iniziare la giornata col brutto tempo mi fa sempre star male.
Non che sia metereopatico, eh. Però a livello umorale non mi aiuta poi tanto.
Ovviamente cerco di non far trapelare questo piccolo malessere.
In fondo è soltanto un leggero fastidio.
Però c’è.
Oggi il feed reader mi ha fatto scoprire un pezzo dei Kooks che non conoscevo.
E che si adatta maledettamente al cielo di oggi.
Questo è un paese di merda. E lo si sapeva già da un pezzo. Però ogni giorno scopro cose che riescono a farmi avvilire sempre più. Ogni volta che pensi di aver toccato il fondo, ti accorgi che lì c’è qualcuno che sta scavando. Terrificante.
Oggi leggendo Felipe e Paz ho scoperto che un blogger (tale Sergio Sarnari, a cui va tutta la mia solidarietà) è stato denunciato penalmente per essersi lamentato del servizio poco soddisfacente di una ditta che gli ha fornito dei prodotti (credo si trattasse di mobili..). Ma non solo: oltre alla querela, è stata fatta richiesta di risarcimento per danni d’immagine per 400.000 (quattrocentomila) euro. Stiamo a cagando totalmente fuori dal vaso. In un paese dove la magistratura è lenta come il cucco, esiste la possibilità di denunciare chiunque, per qualsiasi pretesto.
Anche totalmente a cazzo. Certe cose devono essere assolutamente regolamentate. Non si può vivere in questo clima da Far West, nel quale si deve vivere nel terrore di aver scritto qualcosa che possa dare fastidio a qualcun’altro.
Mi chiedo, al momento attuale dove cazzo siano finite le libertà di parola e di pensiero.
Ah, mi ero dimenticato di segnalarvi chi sono questi stronzi.
update
Dopo aver letto Giovy ho deciso di lasciare la mia firma qui.
Eh si, stiamo diventando un po’ delle mammolette. Forse è proprio vero che col passare del tempo ci si intenerisce un po’. Comunque questo “ONCE” sembra proprio un film da vedere.
I don’t know you
But I want you
All the more for that
Words fall through me
And always fool me
And I can’t react
And games that never amount
To more than they’re meant
Will play themselves out
Take this sinking boat and point it home
We’ve still got time
Raise your hopeful voice you have a choice
You’ve made it now
Falling slowly, eyes that know me
And I can’t go back
Moods that take me and erase me
And I’m painted black
You have suffered enough
And warred with yourself
It’s time that you won
Take this sinking boat and point it home
We’ve still got time
Raise your hopeful voice you had a choice
You’ve made it now
Take this sinking boat and point it home
We’ve still got time
Raise your hopeful voice you had a choice
You’ve made it now
Falling slowly sing your melody
I’ll sing along
(via iheartcomix.com)
Anche ieri sera alla fine sono rimasto a casa. A dire la verità sono giorni che non mi faccio un’uscita come si deve. Un po’ per il lavoro, vuoi per la scarsità di eventi interessanti e sicuramente per la poca voglia di affrontare serate poco patinate da parte di molti dei miei amici. Poca voglia di mettersi in gioco? Probabile. Loro però sfruttano altre carte per astenersi. Che poi essenzialmente sono due: la stanchezza
“..ho lavorato tutto il giorno, non ce la posso fare..”
(e allora cosa cazzo sei uscito a fare invece di rimanertene a letto a dormire… bah)
e l’età, perché a quanto pare oltre i 25 anni si diventa profondamente razzisti, classisti e pignoli nei confronti di chi ha anche un paio di anni in meno di te. Pare, eh.
Credo ci si nasconda proprio troppo dietro la scusa del “ma queste cose le fanno i ragazzini“.
Anche perché per divertirsi e scatenarsi non credo esistano età prestabilite. Non ci voglio credere. Sarebbe come accettare che a 26 anni si diventa vecchi. Cioè rappresenterebbe una dichiarazione di resa alla vita. E sarebbe follia pura.
Invece no, noi non molliamo e nonostante tutto decidiamo di volerci credere ancora.
Beh, magari non riprenderò a fare i bagordi sin da questo weekend (ci solo lavori da finire e tanti appunti da studiare, quindi dovrò tenere un profilo basso) ma dei prossimi appuntamenti salienti – tipo questo – ho deciso che non ne voglio perdere più uno. Eccheccazzo.
Perché I’m still alive, anche se vogliono farmi convincere del contrario.
Oggi è stata una giornata abbastanza tranquilla, al punto da permettermi di navigare un po’ e trovare delle robe interessanti. Quelle che seguono sono brevi segnalazioni di tracce spacca ossa, trance, ambient e tanti altri termini di cui ignoriamo il significato. Però è tutta “robba bbuona”. Fidatevi.
Ora devo solo trovare gente arruolabile per passare dalle parti dell’ex mattatoio. Serve gente combattiva per l’evento di stasera. Le info sulla serata le trovate qui.
A seguito della lettura di questo tweet di Minibini ho scoperto una cover dei Morning Jacket di “Rocket Man”.
“Rocket Man (I Think It’s Going to Be a Long, Long Time)” is a song composed by Elton John and Bernie Taupin, and popularized by John. It is loosely based on the short story “The Rocket Man” in Ray Bradbury’s book The Illustrated Man, and echoes the theme of David Bowie’s 1969 song, “Space Oddity”. Rocket Man first appeared on John’s 1972 album Honky Château and became a hit single and popular album track, rising to #2 in the UK and #6 in the US. As Taupin once noted, “It became very popular among the listeners.”
The lyrics in the song, written by John’s longtime collaborator Bernie Taupin, describe a Mars-bound astronaut’s mixed feelings at leaving his family in order to do his job. Musically, the song is a highly arranged pop ballad anchored by John’s piano, with atmospheric texture added by synthesizer and processed slide guitar.
Chi è passato recentemente da queste pagine avrà notato un cambiamento radicale nell’immagine di questo blog. Effettivamente dopo aver speso diverso tempo navigando in rete alla ricerca di un tema che si adattasse alle mie esigenze, ho trovato quel che cercavo: un tema dall’aspetto grafico un po’ rude, ma sicuramente forte. Fondamentale per conferire quell’idea di personalità che è mancata fin’ora a questo mio accrocchio. Grande impulso l’ho avuto dopo aver letto quest’articolo di senzastile che, come già successo in precedenza, in qualche modo continua a contribuire ispirandomi e motivandomi nella ricerca e nello studio di soluzioni efficaci. Così dopo aver scelto il tema di base (in fondo alla pagina nella sezione About trovate i credits, più che doverosi) ho aggiunto quelle righe di codice per adattare il tema alle mie esigenze, arricchendolo di qualche piccola ma importante funzionalità.
Non mi voglio dilungare oltre. Credo di aver fatto un buon lavoro ma in ogni caso vi invito a segnalarmi eventuali malfunzionamenti o anche idee e suggerimenti per migliorare la navigazione.
Tutte le informazioni per l’aggiunta di funzioni come quelle per la visualizzazione della category images le potete trovare nel Codex di WordPress ed in WordPress Italy.
Magari. Però il concerto degli Why? m’ha fatto venire una voglia matta di States.
Di California.
Di cazzeggio a Venice Beach.
Che poi loro sono di Berkley. E dire che non ci sono mai stato.
Però ho visto Baywatch eh.
E poi con Google Maps e Flickr sognare ad occhi aperti è più facile.
Avrei potuto parlarvi del concerto, ma sicuramente qualcun’altro più bravo di me l’avrà già fatto.
O lo farà.
E’ stata una bella serata, questo posso dirlo.
Peccato per il pubblico. C’era poca gente e tra questi c’erano trogloditi chiassosi a sufficienza.
No, preferisco lasciare spazio alla musica. Come sempre.
E’ ormai qualche giorno che non scrivo nel mio piccolo blogghetto.
E’ cosa buona e giusta buttare giù due righe. “Tanto per”.
Oggi ho scoperto che dovrò rimaner fermo con i lavori per un paio di giorni.
Pausa forzata ma utile, soprattutto per riprendersi un po’ da queste crisi allergiche che la notte non mi hanno fatto dormire. Non sono magari l’unico motivo delle mie notti insonni ma di certo non aiutano, ecco. Perchè, di mezzo ci sono anche una fottutissima schiena dolorante si, ma anche tanta piacevolissima chiacchera. E delle lezioni di Friulano. Son cose, lo so. E a noi di parlare (tanto) ci piace. Anche per ore. Perchè quando la compagnia è piacevole, si può fare. Anche stando lontani centinaia di chilometri. Bello da farti dimenticare degli acchiacchi.
Almeno fino alla mattina successiva.
Ho caldo, non vedo l’ora di finire. Qualsiasi cosa.
Non vedo l’ora di poter ballare. Di cazzeggiare all’aperto, di girarmi Roma di notte, di andare al mare.
Non vedo l’ora che sia estate. E fuori c’è già proprio un gran caldo.
Ora aspetto che arrivi anche nella mia testa.
Finalmente.
Perchè l’estate – per come la intendo io – è uno stato mentale, più che una stagione.
Ed io voglio sentirmi come quella cazzo di Ibiza.
Mi chiedo se sia davvero tanto importante specificare che un assassino possa appartenere alla classica “buona famiglia” o che solitamente, fino al momento del crimine, si sia sempre comportato “da bravo ragazzo”. Porco cazzo vorrei sapere che differenza fa.
Hai ucciso. Sei un assassino. Sei un violento di merda. Uno che togliendo la vita ad un altro si è voluto elevare a divinità. Per quello che hai fatto, per quanto mi riguarda, hai meritatamente perso ogni diritto a calcare la terra su cui cammino. Non perché io sia speciale, ma perché come tanta brava gente provo ad aver rispetto della vita altrui. Magari delle idee no, però della vita si. Eccheccazzo.
Che tu ventenne possa subire la giusta pena, assieme ai tuoi amici che come te si sono costituiti. E che voi altri due, pezzi di merda che siete ancora in fuga, possiate essere catturati al più presto dalle forze dell’ordine, prima che qualcuno decida di farsi giustizia in modo per voi sicuramente più brutale e doloroso.
Cosa che sinceramente meritereste tutti.
Eppoi i nostri politicanti che non perdono mai occasione per sparare l’ennesima cazzata del giorno (#).
Che amarezza. Sono questi i giorni in cui mi vergogno di amare questo paese.
Questa settimana si macina di brutto da queste parti. Il traguardo è quello di avere tanti altri di traguardi impegnativi da raggiungere. Messa così la cosa è abbastanza oscura, ma a tempo debito farò sapere di più. Anche perché in fondo questo blog non è altro che la versione elettronica del mio Moleskine. Si, anche quello è consultabile pubblicamente visto che lo lascio in giro continuamente… fortuna che torna sempre a casa da papà suo (o fratello, amico, fate vobis).
Prima di tuffarmi matto e disperatissimo nei miei terribili impegni, ho risbarciato al solito tra i miei feed e… guardate chi vi ho beccato:
(trovato al solito tramite i ragazzi di Stereogum, a cui voglio un gran bene)
La verità è che ho sempre amato le brune. Comunque le preferisco alla bionde in generale. Forse perché da piccolo, per qualche oscuro motivo, ho visto le ultime un po’ più lontane da me: con ogni probabilità per questioni meramente cromatiche, vai a capire come ragiona un mentecatto nell’età della demenza infantile.
Deve essere anche per questo che da sempre amo Winona Ryder (e la vedo ancora ballare sotto leggeri fiocchi di neve o ghiaccio, come vi pare) e Claire Forlani per la quale impazzii, osservandola mentre guardava con i suoi stupendi occhi la morte interpretata da un rintontito Brad Pitt (#).
Da un paio d’anni a questa parte invece ho sviluppato un sentimento adorante anche per lei. Che stranamente è bionda. Finta bionda.
Ecco che tutto torna in effetti.
Oggi è stata una giornata particolare. Condita da diverse notizie buone e brutte, che si sono alternate con una velocità tale da lasciarmi totalmente spiazzato. E perplesso. Rimango comunque fiducioso anche se, devo dirlo, delle volte è proprio dura.
Cassettes Won’t Listen – Freeze and Explode (mp3) Cassettes Won’t Listen – The Broadcast (mp3)