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‘till the end of the world

Sono giornate decisamente piene di impegni.
L’impegno è massimo ma nonostante ciò i vari lavori continuano ad accumularsi inesorabilmente.
Questo Settembre porterà via sicuramente quel poco di energie accumulate durante la (finta) pausa estiva. Altro che fine del mondo. Magari. Qua invece non finisce nulla. Anzi.
È forte il presentimento per il quale tutto questo non sia altro che l’inizio di un qualcosa di ben più complicato e stancante. Ma noi siamo forti, noi siam forgiati per fronteggiare a testa alta qualsiasi cosa. Basta crederci.
Perché poi non c’è solo quello: ci si mettono anche persone del passato che tutto a un tratto fanno la loro comparsa rivelando robe toste. Notizie che destabilizzano. Che fanno pensare. Anche troppo.

Ed è anche per questo che non voglio assolutamente rinunciare a quei piccoli grandi appuntamenti che allietano la mia vita 2.0 e non. Appuntamenti come l’aperitivo di ieri tra twitterers (delle foto – tra cui un paio col dramma dell’ascella pezzata del sottoscritto – le ha scattate Viditu) o come quello musicale che si terrà il 26 e 27 Settembre a Parco Rosati, qua a Roma: occasione importante per sentire nel corso delle due giornate gente come Paolo Benvegnù, Zen Circus, Cat Claws, Gonzo48k, Settlefish e tanti altri. Occasione poi per beccare tanta gente di Roma e non, come Massimo che m’ha confermato oggi la sua presenza. Non vedo l’ora.

Come non vedo l’ora che questo caldo fottuto lasci spazio ad un mai così tanto agognato freddo autunnale.

Non ho molto altro da aggiungere se non i soliti brani che sceglo per accompagnare i miei post tra i quali ho inserito uno degli Elbow. Perché in questi giorni se ne parla abbastanza di loro. E perché la canzone direi che ci stà tutta.
Stars – Your Ex-Lover Is Dead [mp3]

Plugs – Body Heat (Heartbreak Remix) [mp3]

Elbow – August and September (The Cover) [mp3]

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il Lunedì dei Lunedì

Monday
Lunedì 1 Settembre. Credo sia il Lunedì più temuto di tutti i tempi.
Il Lunedì della ripresa, quello che sancisce non solo l’avvio della settimana (con conseguente bye bye ai bagordi del weekend) ma anche quello che apre il mese settembrino.
In parole povere oggi le vacanze sono finite.
Si, tanta gente non è ancora rientrata… si, fa ancora caldo.
Ma Agosto è terminato, si ritorna tutti al lavoro/scuola/università.
La pacchia è finita, verrebbe da dire.
Non è detto.
Personalmente sono contento: ho voglia di riattivarmi, di rimettermi a lavoro.
Ho voglia di ritornare a pieno ritmo.

E non vedo l’ora che riprendano le serate nei vari locali.
Nel frattempo mi accontento di un po’ di musica trovata qua e là. Oggi per esempio mi sono ritrovato nella casella di posta un remix fresco fresco di Immuzikation che pare ne sforni uno a notte. Quello precedente lo trovate Altri ne trovate al solito da Brugo (1, 2) che ormai è tipo il mio archivio musicale per le serate festaiole se non si fosse ancora capito. Vi lascio poi una versione di “Push the Button” (pezzo delle Sugababes) cantata da Allo, darlin’, scoperta grazie a Nur.
Fan Death and Hercules and Love Affair – Blind Death (Immuzikation Blend) [mp3]
Allo darlin – Push The Button (Sugababes cover) [mp3]

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Euphoria

– rientro a casa decisamente brillo. Non succedeva da un po’. Divertente

– controllo la posta e vedo che m’è arrivata finalmente una mail che aspettavo da tempo. Gioia

– controllo al volo Twitter, Friendfeed e Blip.fm e noto di aver superato su quest’ultimo i mille “listeners”. Son cose

– i Crystal Castels sono usciti con un nuovo video. Quello di Crimewave
(via Stereogum)

Crystal Castles – Crimewave (Crystal Castles vs HEALTH)

– i Kooks proseguono con la loro fissa per le cover. Stavolta è toccato ai MGMT. A fine post vi farò trovare l’emmepittré
(via Hyperbole)

– l’alcool assunto senza stile fa male. Fortuna che sono un grande attore.
La verità è che sto a pezzi

– Buona notte
Crystal Castles – Crimewave (Crystal Castles vs HEALTH) [mp3]
The Kooks – Kids (MGMT Cover) [mp3]

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I’ll Catch you. Someday. Somehow

Get Up Kids

Domenica pomeriggio. Fuori è caldo.
Ci si può perdere osservando il blu intenso di questo cielo.
Mi ritrovo qua a raccogliere le idee, a cercare di mettere insieme i perché e i per-come di un Sabato sera incasinatissimo, assurdo, da non ripetersi assolutamente.

E nel frattempo – tanto per cambiare – ascolto musica. Tanta. Troppa.
Ma sicuramente giusta.
Rientrato a casa ho letto l’ultimo post di Bluto. Pesantissimo. Non tanto per la chiusura in sé del blog (che era nell’aria da tempo) quanto per il fatto che – come lui stesso ha detto – deve sistemare ed organizzare tanti aspetti prioritari della propria vita. Non posso che augurargli tutto il meglio. Perché – anche se non l’ho mai visto di persona – lo considero un amico, uno con cui a livello di ascolti musicali ci siamo trovati subito, uno che come me ama oltre alla musica anche un certo tipo di cinema ed i colori rossoneri. Un grande, insomma. Come già gli ho scritto, spero possa tornare presto a scrivere perché la blogosfera si sta riempendo di tanti fanfaroni come me, mentre lui è uno di quelli che appartiene a quella sorta di vecchia guardia che tanto ha prodotto (e tanto continua a produrre) contenuti di qualità. E non solo per quanto riguarda la sfera musicale.
Vecchia guardia che non tradisce mai, che produce post belli da farti mangiare le mani. Che riesce sapientemente ad unire all’informazione anche quelle sfumature personali legate ai ricordi, ai sentimenti, alle delusioni e alle speranze. Insomma gente che scrive da Dio e che tratta sempre di cose belle. Non “interessanti”. Belle. E basta.

E proprio prendendo spunto da una di queste mie letture mi sono avventurato nell’ascolto di “Something To Write Home About” dei The Get Up Kids. Disco che non conoscevo. Che non potevo conoscere, visto che in quegli anni ero troppo preso dall’ultimo rantolo di ciò che fu il brit-pop. E così capitò di perdermi certe perle memorabili. Altra lacuna gravissima maturata in quel periodo è stata infatti il mancato ascolto di “In The Aeroplane Over The Sea” dei Neutral Milk Hotel. Sarò noioso, ma ringrazio il cielo di aver conosciuto quella “vecchia guardia”. Senza di loro continuerei a perdere tanto. Invece ora posso provare a rimediare, ad illudermi di poter recuperare un tempo perso che ovviamente non tornerà mai più. Ma almeno ora posso sapere cosa non ho vissuto. Ignorare il passato uccide. Lentamente ed inconsapevolmente.

Son passati quasi 10 anni. Era il 1999 quando i Get Up Kids pubblicarono quel disco. E Cristo, a me sembra ancora ieri. Gli anni del passaggio dal liceo all’università. Periodo di transizione. Periodo bellissimo, indimenticabile ed incompleto in egual misura.

The Get Up Kids – Action and Action

Something To Write About probabilmente non è il disco più bello della storia. Ma rimane un discone.
Un disco che non credo però possa mettere tutti d’accordo. Sorrido nel contrapporre le belle parole di JunkiePop e Marco Lorenzi per RockLine.it alla stroncatura di Brent DiCrescenzo letta su Pitchwork.
Singolare come il 99% delle volte io non riesca ad essere d’accordo con le robe che scritte da quei tizi . Il punto però è che la musica non è una scienza esatta. Lo sono le regole dell’armonia, ma non lo è la capacità di questa di regalare emozioni, di sapersi ritagliare uno spazio nella mente di chi l’ascolta. Confondere un esercizio di stile sonoro per una bella canzone è la più grossa stronzata che si possa fare. Come è una grossa cazzata quella di perdersi in ragionamenti del tipo “è commerciale, è così, è cosa, blablabla”: un disco è bello o brutto. Piace o non piace. Stop.
Ribadisco: la musica è roba di cuore, non di cervello. E questo è un disco che mi sta entrando dentro. Sempre più, ogni volta che lo riascolto. Ed ora che scrivo l’ho rimesso su per la terza volta consecutiva.

Disco da avere assolutamente. Non fermatevi alle recensioni. Ascoltatelo.
Io non me ne sono pentito.

The Get Up Kids – Valentine [mp3]
The Get Up Kids – Red Letter Day [mp3]
The Get Up Kids – I’ll Catch You [mp3]

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Agosto

In questi giorni sto ascoltando spesso musica che di estivo ha proprio poco.
E’ strano.
Non sono il solo comunque, ricordo che anche Inkiostro aveva scritto qualcosa del genere.
Non so sinceramente perché vada così. Come non so per quale motivo in Agosto mi capiti ogni volta di rivedere film ambientati nel periodo natalizo (l’ultimo della serie è “Love Actually“, visto ieri notte). Difficile darsi delle spiegazioni.

Sento gente pianificare vacanze, prenotare in villaggi, preparare armi e bagagli per clamorose avventure in sudamerica. Ed io ancora qua. Ma prima o poi scappo anche io.

Dicevo che sto ascoltando musica fuori stagione. E che non capisco il motivo di questa cosa.
Forse un motivo c’è. Credo che i miei ascolti siano molto legati al mio stato umorale. Immagino sia così per tutti. Dovendo ipotizzare una spiegazione potrei anche affermare di covare intimamente il pensiero di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato. Ma è una storia vecchia. Quante volte ne avrò parlato qua.

Troppe.

Però ci son anche cose positive in tutto questo. Cioè, non tutto deve essere nero per forza, no?
Qualcosa di buono la si pesca sempre alla fine. Belle serate. Un buon film. Musica vibrante, come quella di Josh Rouse o di Pete Yorn (info di Wikipedia rispettivamente qui e qui).

Ecco, la musica. Ho perso uno scatafascio di concerti tra Giugno e Luglio. E rosico. Poi tutti i giorni leggo dell’Hana-bi e mi mangio le mani pensando che da queste parti invece di posti del genere non ce ne sono proprio. Roba da avvilirsi.

Per quanto riguarda il cinema, ho visto anche io Forgetting Sarah Marshall (#) e dirò che è uno spasso di film. E poi quasi tutte le pellicole che si aprono con i Cake di sottofondo finiscono col piacermi.

Mi sento proprio stanco. Non ho voglia. Neanche di sentire polemiche.
E allora mi schifo di tutto il parlare legato al calcio, delle accuse tra i vari sportivi legate al doping, delle stupide diatribe all’interno della comunità opensource legate ai vari desktop enviroment. A tal proposito ho trovato su Planet GNOME un post significativo.

Come? Se leggo Planet GNOME? Io leggo quel che cazzo mi pare.

Per esempio adesso inizierò a leggere anche io il libro di Paolo Giordano. Non perché me ne freghi molto, piuttosto perché l’hanno letto tutti e mi da al cazzo sentir parlare la gente di cose che non conosco. Io di solito mi stufo delle cose sempre molto in fretta. Chissà se riuscirò a finirlo prima di stufarmi. Vedremo.
Quasi quasi mi apro un account su Anobii. Ma anche no.

Quanto mi piace scrivere cazzate. Apprezzo invece leggere cose interessanti come l’articolo segnalato da Andrea sui Crookers. Si continua a parlare della musica prodotta in Italia. Fa piacere.
Su BIGSTEREO invece ho visto Venerdì scorso il nuovo video di Yelle. Niente di importante comunque. Però continua a fare notizia.

Per carità rimangono comunque piccole cose rispetto alla morte di Alexandr Solzhenitsyn.

Dicevo delle belle serate prima. Qua a Roma non c’è granché da fare la sera. Giusto a Trastevere ecco. Per trovare musica e gente bisogna andare verso il mare. Sabato sono stato ad Ostia. Tanta, tantissima gente. Gente ovunque. Lungo mare trafficatissimo.
Bello, però non ho proprio voglia di dover limitare le mie serate alla Spiaggetta ed al Faber Beach.
Se qualcuno avesse alternative da proporre mi faccia sapere senza alcun timore.

Intanto si son fatte anche le sette quasi le nove . Meglio chiudere qua.
Alla prossima
The Pipettes – All I want for Christmas (is You) [stream]
Josh Rouse – Sparrows Over Birmingham [mp3]
Pete Yorn – Turn of the Century [mp3]
Cake – Love You Madly [stream]
Kid Cudi – Day ‘N’ Nite (Crookers Remix) [mp3]
Yelle – Ce Jeu (rogerseventytwo bounce remix) [mp3]

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Miss Soprano

“Non sopporto i cori russi / la musica finto rock la new wave italiana il free jazz punk inglese. / Neanche la nera africana.”

Io sono di vedute musicali abbastanza aperte. Una volta ero un integralista da paura. Ascoltavo solo Paul McCartney e tutto quello che era stato generato e approvato dalle sue collaborazioni, con qualche riserva su sue indicazioni di beneplacito su terzi artisti. Poi il tempo è passato. L’elastico dell’integralismo sonoro ha cominciato ad allargarsi e ora l’unica cosa di critico che ha questa sorta di mutanda musicale sono preoccupanti segni di cedimento.

Rimangono poche saldissime cuciture a pararmi il c*lo ad una indignitosa esposizione pubblica. Una di queste mollette è un disgusto istintivo e smodato verso la musica lirica.

Oh. Io ci ho provato. Ho anche preso un brutto trip quando ho scoperto che Pinkerton degli Weezer, consumato in una decina di ottimi anni di servizio su stereo e cloni duplicati su cassettina e mp3, era ispirato all’opera di “Madame Butterfly“. Mi sono impegnato seriamente, perche’ Moz solo sa quanto è difficile guidarmi fuori dal tunnel di una infatuazione quando mi ci infilo dietro. Ma è stato più forte di me. Indistintamente come il New R’n’B o il Death Metal, sono rimasto acidamente infastidito dalla consueta totale noncuranza di metrica e rime, voci più utili a perforare i glanghi di un cervello marziano che ad essere ascoltate, dalla insostenibile pallosità di gente che ai tempi dei tempi seguiva queste rappresentazioni cosmocanore in quanto unica alternativa a “Un Posto Al Sole“.

Certo che se pero’ Marsha Long me le canta con quegli occhioni… 🙂

Come sono arrivato a parlare di opera? Chiaramente grazie alle figurine di MySpace, selezionate con il solito criterio esposto nel mio primo post disconnesso 🙂

Eveline Schroeter, oltre che una passata Miss Brasile (affermazione interpretabile a piacere) sembra avere anche una spiccata passione per Olga Maria. Accostiamo la scelta musicale alle foto carioca da corredo umano di carro in maschera che passano di sfondo attraverso le slide. Lo trovate bizzarro? Non tanto. Olga Maria non era nient’altro che la nonna.

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Crossblogging

Come avete avuto modo di vedere gli ultimi post di questo blog non sono stati firmati tutti dal sottoscritto: è stato un piacere leggere Derrik e Zonda su queste pagine e mi auguro che la cosa possa ripetersi ancora.
Poi è capitato anche a me di scrivere un post “in trasferta”: sul blog di Giuliana ho postato una mia piccola selezione musicale.

Roba alla Maxcar che scrive su Inkiostro. Roba un po’ sborona.
Credo però gradevole. O almeno così pensavo.

Non ho visto un grandissimo riscontro a livello di commenti (anzi, ringrazio subito i miei fedelissimi che sono accorsi subito a scrivere qualcosa aiutandomi a salvare la faccia) ma il punto qua era di buttare giù qualcosa di gradito alla titolare del blog. Immagino di esserci riuscito.

Esperienza da riprovare? Non saprei.
Perché mi rendo conto che a causa dei miei interessi rappresento una tipologia di blogger (che poi il fatto di autodefinirmi come tale è quasi ridicolo) poco “digeribile” dalla maggior parte delle persone.
Intendiamoci, non me n’è mai sbattuto il cazzo di piacere a tutti ma ho sempre odiato non suscitare reazioni in chi mi si pone di fronte: la stima altrui mi solleva, l’antipatia altrui mi carica. Ma l’indifferenza mi uccide.
E uccide anche un blog. Perché un blog con l’area commenti aperta, che non viene arricchito nei contenuti, dai pareri e dai pensieri dei lettori è secondo me un blog morto. Poi se si parla di “diario pubblico personale”, beh allora è un’altro discorso.

Eppure credo che in senso assoluto sia un’idea positiva quella di mischiare un po’ le carte lasciando piccoli contributi nei blog degli amici della blogosfera. Ovviamente scrivendo sempre con l’obiettivo di dare un qualcosa in più all’autore o autrice titolare.
In ogni caso è bello, come lasciare la propria cucina a disposizione dell’amico che ti dice “oh stasera cucino io”. È bello non tanto perché non dovrai faticare ai fornelli (comunque si sa che ti dovrai sbattere anche tu in ogni caso, visto che qualcuno ha inventato la fottutissima regola secondo la quale chi cucina non lava i piatti: qualcuno la dovrà pure fare quella lavastoviglie no?), quanto per la possibilità di condivere qualcosa di tuo con persone che stimi.
Ma sto parlando di una cena tra amici o di “crossblogging”?
Sinceramente non lo so più neanche io.

Quindi concludendo ammetto di esser rimasto interdetto dopo questa piccola esperienza. Sono combattuto tra le mie varie considerazioni positive e negative. E sinceramente io da questa lista dei PRO e CONTRO non riesco a capire se ‘sta cosa è da rifare o meno. Intendo quella di scrivere in casa altrui. Magari non lo farò più. O magari fregandomene riposterò saltuariamente di qua e di là.

Si vedrà. In ogni caso il discorso rimane relativo alle mie collaborazioni esterne.
Disconnesso rimane il mio territorio su cui spadroneggerò spero per molto tempo ancora. 🙂

Comunque consiglio di andare a dare un’occhiata a quel post perché le tracce linkate spaccano.
Alla prossima.

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“Post-a-points” (cit.)

Derrik ha scritto il suo primo post su Disconnesso. L’era delle ospitate è cominciata. Le altre persone coinvolte si considerino ufficialmente avvisate.

– Ieri (oggi? Boh..) è stato rilasciato KDE 4.1. Esticazzi.

– Ho ascoltato da Brugo i 7 Dollar Taxi. Non male questi ragazzini svizzeri.

– Devo attaccarmi al telefono, rintracciare una persona e farle completare un lavoro. Roba da babysitter, insomma. Grandissima rottura di palle, diciamocelo pure.

Zonda mi aveva consigliato tra i commenti di ascoltare Zebras e Club 8. Cosa che sto facendo. Piacevolmente, tra l’altro.

– Ieri notte a Roma c’era un’afa che soffocava. Però in giro ho incrociato bella gente e anche questa è tutto sommato una notizia.

– Sto valutando l’introduzione della tag “cazzi miei”. Vedremo se sarà il caso di usarla. Certo che poi mi tocca ritaggare tutti i post. Tipo un centinaio. Non mi va tanto eh.

Blip.fm e Twitter sono una risorsa: non conoscevo Liz Phair e Secret Stars (che a dirla tutta meriterebbero un post a parte). Ora si.

– E’ proprio vero che quando non sai che cazzo scrivere la formula del post a punti ti leva sempre dalle grane. Certo si manda un po’ a puttane il concetto in sé di blogging ma anche ‘sti gran cavoli no?
7 Dollar Taxi – Do The Robot [mp3]
The Zebras – Science Competition [mp3]
Club 8 – Sometimes [mp3]
Liz Phair – Fuck and Run [mp3]
Secret Stars – Some Sinatra [mp3]

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Early in the morning

Maledizione mi sono svegliato anche oggi alle 5.30. Cinque e mezza, già.
Fanculo, non si capisce proprio perché mi sveglio sempre a questi orari del cazzo.
Troppo presto. La cosa che fa incazzare ulteriormente è che capita sempre in mattinate che dovrebbero essere tranquille.
“Potevi dormire un po’ di più oggi che potevi”
Ari-vaffanculo, a riuscirci lo facevo, no?!? Lasciam perdere va…

Un breve momento di piacere me lo ho dato invece la lettura di questo articolo (trovato via BrooklynVegan) secondo il quale Kele Okereke dei Bloc Party, gente dei Foals e dei Neon Neon se le sarebbero date (più che altro le hanno prese) di santa ragione assieme a membri (nel senso di teste di cazzo, a quanto leggo) dell’entourage dei Sex Pistols capitanati da John Lydon (si proprio lui, Johnny Rotten). Pure nel cosidetto mondo “indie” ci si riempie di schiaffoni.
La cosa mi scalda il cuore, anche se non avrebbe dovuto lasciarmi sorpreso: in fondo si parla di “rock”, ed il rock è anche rabbia, sangue e dolore. E potenzialmente anche botte da orbi quindi.

In questi giorni ho sentito parlare del RomeCamp 2008. Io sarò presente, anche se non ho capito bene come partecipare. Certo è che sono disponibilissimo a rendermi utile in qualche modo, anche se – in caso – mi va benissimo il poter andare lì per solo ascoltare gli altri. Non pensavo si potesse fare, EddyPedro mi dice che non si potrebbe, ma lo si fa. Sarebbe interessante rendere significativa la mia presenza, ma al momento non ho idee su come/cosa proporre. Poi ovviamente manco delle competenze per poter affrontare uno speech di fronte a tanti esperti. Meglio sta’ bboni, va. Almeno per ora.
E poi mi ci vedete ad illustrare slide e fare discorsi tecnici di fronte ad un Giovy, un Andrea Beggi o un Lele Dainesi? Ribadisco, meglio stare buoni.
Sarà una figata, anche perché – spero – tanti amici scenderanno (o saliranno) a Roma.
Incontrare e abbracciare persone conosciute tramite la blogosfera è la cosa più bella.
Idea ispiratrice che mi ha spinto a partecipare poco tempo fa alla mia prima BlogBeer. Che già non vedo l’ora di farne un’altra.

Sono ormai le 7 passate e mi ritrovo a scrivere cagate qua e su blog altrui. Delle volte la gente farebbe bene a chiudere i commenti: è incredibile la quantità di cazzate che lascio in giro nei blog altrui. Di questo passo mi banneranno in qualche modo.
Già, ‘sti maledetti “post”. Scriverne di propri e commentare quelli altrui. E le classifiche ed il pagerank. E questo e quell’altro. Sarà che sono tutto sommato nuovo da queste parti, sarà che sto vivendo ancora la fare “romantica” dell’attività di blogging (che non so se esiste come termine ma delle volte è faticoso – ne parlavo ieri con Oscar – quanto il fare “jogging”) però certi “quantocellollunghismi” (leggetelo tutto e velocemente e capirete) non li comprendo proprio. Che poi, come ha detto Andrea (parlando dei N.E.R.D) ad avercelo troppo lungo si finisce col pisciare per forza di cose ogni volta fuori dal vaso.
Anche perché qua in Italia la figura del blogger di professione neanche esiste. Almeno credo.
Magari si parla al massimo di “collaborazioni”. Comunque di secondi lavori. Boh. Anche sticazzi comunque.

Meglio chiudere qui ‘sta serie di pensieri deliranti. Che la giornata è lunga ed io mi devo inventare qualcosa per sfruttarla al meglio.

Sublime – What I’ve Got [mp3]

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You could put some joy upon my face

Ostia Lido
(via Oltrelanotte)

Basta poco per passare una serata speciale.
Di quelle che “non conta dove sei ma conta con chi sei”.
Si è partiti in sordina, un po’ scoraggiati dal posto.
Terrificante. Gente brutta e troppo grande.
Un postaccio dove suonavano solo musica anni ’90 tra l’altro. Era serata revival, cazzo.
Eppure ci si è lasciati andare. L’abbiamo buttata tutti sull’alcolico andante.
Tutti quanti. Ed è stato un delirio. Divertentissimo poi.
Ho visto persone solitamente compassate che nei locali solitamente si annoiano, scatenarsi in pista. Personaggi insospettabili poi.
Decisamente una bella sorpresa trovarsi con amici di una vita a ridere e scherzare ascoltando canzonette che hanno accompagnato la nostra infanzia. Roba da Festivalbar insomma.
Abbiam ballato tutta la notte. Fino allo stremo delle forze.
Poche altre volte siam stati così stanchi e contenti.
Come poche altre volte ci siamo sentiti così vicini.
Capita solo un paio di volte l’anno, quando ci ritroviamo tutti a Roma.

Che poi, oggettivamente, vuoi mettere il fascino di un odierno Bob Sinclair, che tra l’altro mi fa veramente cagare, con una vera icona come Corona (che scopro ora essere il nome del progetto musicale e non della cantante..)?

Tutta un’altra pasta, non ce n’è proprio.

Concludendo direi che è stata un’altra tappa positiva di questa lunga e promettente estate.
Mi auguro che tutte le serate possano essere così.

Magari in locali diversi però eh.

Ex-Otago – The Rhythm Of The Night [mp3]

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Now drive me far away

Capitano giornate in cui ci si sveglia stanchi.
Oggi è stata proprio una di quelle.
E sai bene che nonostante tutto l’impegno non riuscirai a combinare molto.
Perché sei come schiacciato da un qualcosa ben più grande di te.
Così sei costretto a lasciarti trasportare. Come da uno strano flusso invisibile.
E le ore passano lente ed inesorabili. Fino alla conclusione della giornata.
Tutto ciò è opprimente.
Vorrei andare via, non importa dove.
Basta che sia lontano da qui, lontano da questa pesantezza.

This town don’t feel mine
I’m fast to get away

Far

I dressed you in her clothes
So drive me far away

It feels good to know you’re all mine
Now drive me far away

I don’t care where just far away

Deftones – Be Quiet And Drive (acoustic) [mp3]
(ispirato da questo tweet di JunkiePop)

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Faking The Books

Capitano momenti in cui devi fare ordine. Organizzarti. Rivedere le tue priorità.
Analizzare quello che s’è fatto e capire cosa bisogna realizzare ancora.
Non è semplice.
La trappola del vittimismo gratuito mascherato d’autocritica spicciola è lì dietro l’angolo.
Eppure ci provi, cerchi di concentrarti, fai delle scelte.
Ponderi, provi a buttare via il vecchio, il marcio e a tenere il buono.
Qualche giorno fa facendo un normalissimo spostamento di dati da un disco ad un altro ho perso grossa parte del mio archivio digitale di musica.
Tanta tanta roba. All’inizio volevo quasi piangere.
Eppure mi sono rimesso di buona lena davanti al pc, ho riconfigurato tutto e ho iniziato una lenta ma inesorabile opera di recupero della canzoni.
Pian piano ritroverò quello che ho perso. La rete è una grande risorsa.
Dovendo controllare i vari archivi ho riascoltato tanta musica rimasta sepolta nel disco del pc.
Cose belle. Come i loro lavori. Cose che pensavo di non avere ma che al solito mi stavano sotto al naso.
Situazioni che mi capitano spesso nella vita. Anche se – nella vita, appunto – delle volte escono fuori anche cose di cui non puoi andar fiero. Cose che vorresti anche rinnegare ma che non puoi, perché alla fine rinnegheresti tutto ciò che ti ha portato ad essere quello che sei. Pregi e difetti.
Ma alla fine bello anche così.
E’ bello riscoprire. E’ bello riscoprirsi. E’ bello anche spaventarsi.
E’ bello vedersi forse cresciuti, capire che ogni tanto si riesce a vedere oltre il proprio naso. Non sempre, eh.
Anzi in questi giorni capita un po’ troppo di rado.
Che poi, come per la musica, alla fine si accantona quel che si deve buttare per invece portare avanti ciò che di buono c’è. Le cose si accumulano, si accatastano. Sempre.
L’importante però è non mentire mai a sé stessi.
Perché non tutto deve andare bene per forza.
Come non tutti i backup possono necessariamente pararti il culo.
Chissà cosa salterà fuori domani. Staremo a vedere.
Lali Puna – Faking The Books [mp3]

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Note veloci

Forse ha ragione JJFlash, forse mi pentirò di aver scritto questo. Anche no.
Nel senso che mi ha fatto ragionare sull’incredibile velocità di reazione della blogosfera.
Basta un trackback per suscitare reazioni. Anche decise.
Si, perché nessuno ci sta a farsi tirare merda addosso. Tutto sommato giusto.
Mi viene da riflettere sul fatto che anche la stronzata buttata lì dal tizio meno conosciuto al mondo venga presa in considerazione. Oggi ho pensato “questi prendono tutto troppo sul serio“.
Però a pensarci adesso, mi rendo conto di quanto questa cosa sia positiva: anche l’ultimo arrivato può avere la giusta considerazione. “Giusta” forse è un parolone. Whatever.
Apparentemente chiunque produce contenuti sul web è trattato al pari degli altri. Apparentemente, appunto.
In realtà le cose credo siano un tantino diverse: esistono sicuramente anche qui delle gerarchie, delle nicchie. Eppure sembra così assurdo. Tengo a precisare che questo discorso non riguarda il tema del post precedente, né le persone che sono intervenute lasciando il loro commento. Quel che dico è che in fondo siamo soltanto quattro sfigati dietro ad un computer. O quattro persone che hanno semplicemente qualcosa da dire o da non dire.
Vabbè ma alla fine who cares. Questo post mi serviva solo per una cosa.
Per dire che 10% è sempre più di zero. E che delle volte può bastare: l’Italia ha battuto la Francia e l’Olanda ha battuto la Romania.
La Nazionale stanotte ha passato il turno.

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St. Anger

fuoco
Siamo sempre più cattivi. E permalosi. Ed intrattabili.
La cosa ci piace. E ci piace dirlo chiaramente che ci rompiamo il cazzo a sentire sempre le stesse cose.
Prendo spunto dal tweet di biccio. Oggi non ho sentito parlare d’altro che di GGD, di Firefox e della partita. Basta.
Anche io non vado alla Girl Geek Dinner: nessuno mi ha invitato e probabilmente in ogni caso non avrebbero accettato la mia candidatura. Fottutissima casta.
Tra più o meno tre ore inizierà la corsa al record per il download per Firefox 3. Benissimo, partecipo anche io. Peccato che la cosa non mi cambi assolutamente la vita. Anzi. Questa merda di Firefox mi crasha almeno una 5 o 6 volte al giorno. Scaricherò Firefox 3, sicuramente. Ma permettetemi di mandare un piccolo messaggio a chi scrive la versione Linux di questo browser: vaffanculo.
Sulla partita in verità c’è proprio poco da dire. Novanta su cento usciamo. Meritatamente tra l’altro.
Non mi metto a tifare Francia (ci mancherebbe..) ma di certo non confido nell’Italia.
Già tanto aver vinto i Mondiali.
Sono incazzato. Domani a Firenze suonano gli amatissimi Teenagers. Concerto gratuito, tra l’altro.
Ed io – porca puttana – non posso andarci. A saperlo prima, ‘rco giuda.
Quindi ribadisco, sono stufo marcio. Di perdere occasioni e di venire a sapere le cose troppo tardi.
Eccheccazzo.
Quasi quasi disinstallo il feed reader. A questo punto, a che cazzo mi serve?
Does it offend you, yeah? – We Are Rockstars

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Post insipido di un Lunedì qualunque

Giornata terrificante. La voglia di fare è ai minimi termini. Non ho voglia neanche di scrivere.
Però due cazzatine me le devo segnare, altrimenti che me lo sono aperto a fare il blogghe? Opto quindi per buttare giù il solito vilissimo post a punti, mascherandolo da post qualunquista scritto col fare di chi vuole solo farsi due chiacchere. Che poi oggi non mi va neanche di chiaccherare. Il che è forse la vera notizia del giorno.

My Bloody Valentine

Ho ascoltato il live dei My Bloody Valentine del 13 Giugno (in quel di Londra): posso dire di non esserne rimasto sconvolto? Che mi ha lasciato quasi indifferente? Mi aspettavo forse troppo? Non lo so, troppi quesiti comunque per questo “lazy monday”. Proseguiamo.

Poker T-Shirt

Ho trovato una maglietta fighissima in un sito che di magliette fighissime ne ha proprio tante. Questa qua. L’ho fatta vedere subito alla Fra, conoscendo bene il suo amore per quel che viene definito come Typography.

Last Shadow Puppets

Ho anche visto il nuovo dei Last Shadow Puppets, Standing Next To Me, che è proprio bello. Cioè mi piace la canzone, ma il video ha quel che di 60’s che me lo fa apprezzare ancora di più.

Ho notato poi che ImageShack offre uno strano servizio di download torrent (#). Boh.

Adesso invece mi ritrovo costretto ad aspettare la telefonata di un cliente. Potrei, dovrei chiamarlo io visto che non s’è fatto ancora sentire. Ma quel telefono è proprio lontano. Forse, piano piano.. magari ci arrivo.
No, non mi va. Si sta tanto bene qui, perché alzarsi.

Tender Forever – Every Monday
John Mayer – Comfortable
Last Shadow Puppets – Standing Next To Me

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Nobody see’s my disease

Piove da stamattina a Roma. Gran rottura di palle.
Iniziare la giornata col brutto tempo mi fa sempre star male.
Non che sia metereopatico, eh. Però a livello umorale non mi aiuta poi tanto.
Ovviamente cerco di non far trapelare questo piccolo malessere.
In fondo è soltanto un leggero fastidio.
Però c’è.

Oggi il feed reader mi ha fatto scoprire un pezzo dei Kooks che non conoscevo.
E che si adatta maledettamente al cielo di oggi.

The Kooks – Brooklyn

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Vergogna

Questo è un paese di merda. E lo si sapeva già da un pezzo. Però ogni giorno scopro cose che riescono a farmi avvilire sempre più. Ogni volta che pensi di aver toccato il fondo, ti accorgi che lì c’è qualcuno che sta scavando. Terrificante.
Oggi leggendo Felipe e Paz ho scoperto che un blogger (tale Sergio Sarnari, a cui va tutta la mia solidarietà) è stato denunciato penalmente per essersi lamentato del servizio poco soddisfacente di una ditta che gli ha fornito dei prodotti (credo si trattasse di mobili..). Ma non solo: oltre alla querela, è stata fatta richiesta di risarcimento per danni d’immagine per 400.000 (quattrocentomila) euro. Stiamo a cagando totalmente fuori dal vaso. In un paese dove la magistratura è lenta come il cucco, esiste la possibilità di denunciare chiunque, per qualsiasi pretesto.

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Anche totalmente a cazzo. Certe cose devono essere assolutamente regolamentate. Non si può vivere in questo clima da Far West, nel quale si deve vivere nel terrore di aver scritto qualcosa che possa dare fastidio a qualcun’altro.
Mi chiedo, al momento attuale dove cazzo siano finite le libertà di parola e di pensiero.
Ah, mi ero dimenticato di segnalarvi chi sono questi stronzi.

update
Dopo aver letto Giovy ho deciso di lasciare la mia firma qui.

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Approaching the weekend


(via iheartcomix.com)
Anche ieri sera alla fine sono rimasto a casa. A dire la verità sono giorni che non mi faccio un’uscita come si deve. Un po’ per il lavoro, vuoi per la scarsità di eventi interessanti e sicuramente per la poca voglia di affrontare serate poco patinate da parte di molti dei miei amici. Poca voglia di mettersi in gioco? Probabile. Loro però sfruttano altre carte per astenersi. Che poi essenzialmente sono due: la stanchezza

“..ho lavorato tutto il giorno, non ce la posso fare..”

(e allora cosa cazzo sei uscito a fare invece di rimanertene a letto a dormire… bah)
e l’età, perché a quanto pare oltre i 25 anni si diventa profondamente razzisti, classisti e pignoli nei confronti di chi ha anche un paio di anni in meno di te. Pare, eh.
Credo ci si nasconda proprio troppo dietro la scusa del “ma queste cose le fanno i ragazzini“.
Anche perché per divertirsi e scatenarsi non credo esistano età prestabilite. Non ci voglio credere. Sarebbe come accettare che a 26 anni si diventa vecchi. Cioè rappresenterebbe una dichiarazione di resa alla vita. E sarebbe follia pura.
Invece no, noi non molliamo e nonostante tutto decidiamo di volerci credere ancora.
Beh, magari non riprenderò a fare i bagordi sin da questo weekend (ci solo lavori da finire e tanti appunti da studiare, quindi dovrò tenere un profilo basso) ma dei prossimi appuntamenti salienti – tipo questo – ho deciso che non ne voglio perdere più uno. Eccheccazzo.
Perché I’m still alive, anche se vogliono farmi convincere del contrario.

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Reazioni anomale

Dopo aver visto questo post di Fritenks, ho scritto un tweet che diceva:

ultimamente è po’ vulnerabile a certe cose. Si intenerisce troppo facilmente http://tinyurl.com/5zpr5k – I’m a bad guy, cavolo

In effetti ho avuto una reazione forse esagerata. Però il video è carino e voglio postarlo anche qui.

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California love

Why?

Magari. Però il concerto degli Why? m’ha fatto venire una voglia matta di States.
Di California.
Di cazzeggio a Venice Beach.
Che poi loro sono di Berkley. E dire che non ci sono mai stato.
Però ho visto Baywatch eh.
E poi con Google Maps e Flickr sognare ad occhi aperti è più facile.

Avrei potuto parlarvi del concerto, ma sicuramente qualcun’altro più bravo di me l’avrà già fatto.
O lo farà.
E’ stata una bella serata, questo posso dirlo.
Peccato per il pubblico. C’era poca gente e tra questi c’erano trogloditi chiassosi a sufficienza.

No, preferisco lasciare spazio alla musica. Come sempre.

Why? – The Hollows (mp3)

Why? – Fatalist Palmistry (mp3)

Why? – Rubber Traits (mp3)

Ma il batterista degli Why? è uguale a Damiano Tommasi!